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Titolo. Like a mother she loves them
Fandom. Sherlock (BBC)
Personaggi. Mrs Hudson, Mrs Turner
Rating. PG
Conteggio Parole. 1069 (OO)
Riassunto. "E così ha affittato l'appartamento B, mi diceva..."
La trovi anche su AO3

Disclaimer. Non mi appartengono bla bla, la BBC è il bene cosmico bla bla, Moffat e Gatiss santi subito bla bla.

Note. Questa è una piccola, miserabile fanfiction senza molto senso di esistere. Abbiate pietà di lei e amatela per quello che è, povera figlia.

Sul nome di battesimo di Mrs Hudson, da me adottato, non ho molto da dire, tranne che l'ho visto ricorrere in alcune fanfiction. Non dire se sia fanon o se ci sia un riscontro nel canone, in ogni caso mi pare che Martha sia un bel nome per lei. Mentre quello di Mrs Turner, be', l'ho semplicemente inventato di sana pianta XD



"E così ha affittato l'appartamento B, mi diceva..."

Louise Turner, proprietaria del 220 di Baker Street, sedeva in una delle poltrone del salotto della sua vicina di casa, Mrs Hudson. Un paio di tazze da tè finemente decorate erano posate sul tavolino di mogano scuro di fianco alla poltrona. In un fascio di luce pomeridiana, infilatasi tra le pesanti tende color sabbia, danzava un mare di pulviscolo luminoso.

Una nuova ondata di polvere si sollevò quando Martha Hudson fece la sua comparsa in salotto e, dopo aver posato una teiera fumante sul tavolino, si sedette composta sulla morbida poltrona davanti alla sua ospite. Controllò che tutto fosse a posto sul tavolo - le tazze, la teiera, la tovaglietta da tè immacolata, i biscotti - e sorrise compiaciuta.

"Sì, l'ho dato ad un bravo ragazzo che mi ha molto aiutata in passato per... problemi famigliari." L'anziana donna emise un sospiro dolente. "Sa, mi piangeva il cuore a saperlo in quel buco d'appartamento in cui stava prima, non faceva per lui. Appena l'ho saputo gli ho subito proposto di venire a stare qui da me, anche per sdebitarmi, ma ammetto che avrei desiderato affittare l'appartamento ad una coppia invece che ad uno scapolo. Sa, è piuttosto grande per una persona sola e ha due camere da letto, l'ideale per una coppia con figli."

Mrs Turner annuì comprensiva, addentando un biscotto. Martha smise per un attimo di pensare al suo inquilino e si occupò del tè, che aspettava paziente di essere versato nelle tazze.

Louise prese un piccolo sorso della bevanda fumante e lo gustò lentamente: Earl Grey, il suo preferito. Sorrise e disse: "Quindi il suo nuovo affittuario è un giovanotto."

"Due," sorrise di rimando Mrs Hudson, con aria maliziosa. "Alla fine Sherlock - si chiama così il giovanotto: Sherlock Holmes - mi ha dato retta e si è trovato un compagno. Ah, io glielo detto appena l'ho rivisto, 'Sherlock, caro' - gli ho detto - 'Sei un così bel ragazzo. Trovati una compagna, una brava donna, che ti ami. Non dovrebbe essere così difficile per te.' Anche se devo dire-" Martha fece una pausa per prendere un sorso del suo tè, che andava velocemente raffreddandosi. Mrs Turner beveva e osservava tranquillamente le tazzine da caffè del servizio buono, messe in mostra nella vetrina del soggiorno, attendendo che la padrona di casa completasse la frase.

"Devo dire," ricominciò Martha, posando la tazza sul piattino, "che Sherlock ha un carattere così difficile che posso capire perché fosse così solo, a quei tempi. Sa, ha certi sbalzi d'umore che immagino siano quasi impossibili da sopportare se ci si vive assieme 24 ore su 24. Il mio defunto marito era così, aveva degli stati maniacali durante i quali era difficile tenerlo fermo, e quando passavano piombava nell'apatia. Era molto frustrante."

Louise annuì comprensiva, masticando un biscotto. Mrs Hudson emise un sospiro dolente, come spesso faceva quando i ricordi del marito riaffioravano nelle sue conversazioni.

"Comunque," ricominciò, sorridendo luminosa e giungendo le mani, come all'alba di una grande rivelazione. "I miei affittuari sono due, quel giovanotto che le dicevo e un altro giovane, un medico dell'esercito. Un così caro ragazzo, l'ideale per Sherlock."

"Ah," interruppe Mrs Turner. "Sono gay?"

"Guardi," Mrs Hudson si sporse dalla sua poltrona con aria da cospiratrice, "il dottore dice di no, ma credo che lo faccia perché è convinto che io non vedrei di buon'occhio una sua relazione con Sherlock."

Sul viso di Mrs Turner si dipinse un'espressione scandalizzata. "Oh, che stupidaggine! Chiunque la conosca non potrebbe mai pensare che lei sia di vedute tanto limitate."

"Certo, il dottor Watson non mi conosce abbastanza, per questo mi sono premurata subito di fargli sapere che sono abituata a tutto e che la natura dei suoi rapporti con Sherlock non potrebbe mai sconvolgermi."

Entrambe le donne si concessero una pausa, sorseggiando dalle rispettive tazze.

Mettendo giù la tazzina, Louise riprese: "I pregiudizi sono una cosa abominevole. Forse il dottore ne è stato vittima in passato e ora ha paura di mostrarsi per quello che è. Non bisogna fargliene una colpa, poveretto."

"No, ha assolutamente ragione," annuì Mrs Hudson. "Spero solo che con il tempo si sciolga un po', io non posso fare nient'altro, purtroppo."
La bocca dell'anziana donna si contrasse, dispiaciuta, per poi distendersi in un sorriso non appena un pensiero più lieto le balenò alla mente. "Ma fortunatamente Sherlock non ha di questi problemi. Dovrebbe vederlo! Non l'ho mai visto così affezionato a qualcuno come al dottor Watson, lo vuole sempre con sé. E lo cerca in continuazione con lo sguardo quand'è nella stessa stanza. Anche mio marito era così, ai tempi del fidanzamento." E lasciò andare nuovamente un sospiro a sottolineare la memoria del caro estinto.

Mrs Turner, che conosceva Martha da anni, non disse nulla. Sapeva poco del marito della sua vicina ma da quel che aveva capito non doveva essere stato un santo, nonostante i ricordi nostalgici che aveva lasciato nel cuore della vedova.

"Sherlock," ricominciò Mrs Hudson, fattasi seria e scandendo bene le parole, come stesse per pronunciare una grande verità e volesse che ogni sua frase fosse compresa a fondo, "è un ragazzo speciale. Difficile, ma speciale. Spero davvero, con tutto il cuore, che il dottore riesca a superare le sue paure e ad amarlo come ha bisogno di essere amato. Oltretutto - oh, lei non lo conosce, ma mi creda se glielo dico - Sherlock non lascerebbe avvicinare nessun altro a parte il dottor Watson. Ha del potere su di lui, potrebbe fargli del bene."

Martha si avvicinò la tazza alle labbra per bere l'ultimo sorso di tè. Aveva un'espressione malinconica sul viso. Mrs Turner sorrideva alla tazza vuota, rigirandola tra le mani. "Glielo auguro", disse.

"Sarebbe davvero spiacevole che con il dottor Watson le cose non finissero bene," riprese Mrs Hudson, riprendendo un tono lieto. "È confortante avere la presenza di un medico al piano di sopra, soprattutto ad una certa età. Non si sa mai cosa potrebbe succedere e avere un professionista pronto a soccorrerti in caso di bisogno è molto comodo."

Martha ridacchiò al proprio pensiero pratico e Louise si dichiarò d'accordo con lei. La conversazione si spostò facilmente sui disturbi dell'età dei quali entrambe soffrivano, e le due donne passarono il resto del pomeriggio a bere tazze di tè e a parlottare di malattie, medici ed esami clinici, facendo a gara su chi di loro due avesse più doloretti in inverno.
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