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Titolo. Fuori di tasca [RIPOSTAGGIO]
Fandom. Fullmetal Alchemist
Personaggi. Roy/bean!Ed
Rating. PG
Warning. fluff, doujinshi!AU, slash (?)
Conteggio Parole. 748
Beta-reader. //
Riassunto. “Ed-chan, credo di capire perché ci tieni tanto a stare nella tasca del colonnello. E' perché non sopporti l'idea di non stare a contatto con lui, non è così?”
Disclaimer. I personaggi che compariranno in questo raccontino sono stati bellamente rubacchiati dai doujinshi su Fullmetal Alchemist scritti e disegnati da Shinichi Fuji (Private Label); FMA e i suoi personaggi non appartengono né a me né a Fuji-san (ma va'?)
Note. Questo raccontino è basato sulla serie di doujinshi scritti e disegnati da Shinichi Fuji (Private Label) - degli AU per quanto riguarda la serie regolare di Fullmetal Alchemist - in cui Ed è un carinissimo esserino nato da un fagiolo^^''' E' una serie di doujinshi di genere comico piuttosto famosa tra i fan di FMA quindi è probabile che ne abbiate almeno sentito parlare. Morale della favola: se volete capire per benino quello che leggerete dovete conoscere i doujinshi di Private Label e possibilmente aver letto “Gun to mame”, uno dei doujinshi della suddetta serie - che è quello a cui fa riferimento questa fic -, se no mi sa che vi spunteranno un sacco di punti di domanda sulla capoccia XD
Il piccolo Ed ce la stava mettendo tutta! Spingeva, saltellava, si infuriava... tutto per cercare di entrare a viva forza nella tasca della giacca del colonnello Roy Mustang, fatta su misura per lui qualche mese prima; l'unico problema era che la tasca non aveva seguito il ritmo della crescita del fagiolino e ora gli stava decisamente stretta.
All'improvviso una grande mano prese il piccolo per il collo della giacchetta che indossava e lo sollevò con facilità, estraendolo dalla tasca nella quale era ormai praticamente incastrato.
Un paio di occhi scurissimi lo fissarono con perplessità.
“Devi smetterla.” disse il proprietario di quegli occhi, cercando di usare un tono severo.
Il fagiolino lo guardò con occhi disperati e Roy emise un sospiro a metà tra l'esasperazione e la pietà.
“Ormai sei cresciuto, Ed. Quando il taschino ti è andato stretto, il tenente Hawkeye ha trovato una soluzione cucendo questa tasca – si battè una mano all'altezza dello stomaco dove la giacca della divisa esibiva uno sconcertante tascone – ed è andata bene, ma ora che ti sta stretta anche questa non vedo quali altre soluzioni possano esserci a parte...”
Lo sguardo del piccolo Ed sembrava sempre più disperato e gli angoli degli occhi stavano cominciando a luccicare di lacrime. Il colonnello sentì una stretta al lato sinistro del petto.
“A parte...” Roy lasciò uscire un altro sospiro, stavolta di pura pietà, “Mi dispiace Ed, ma credo che da oggi sarai costretto a stare sulla mia scrivania mentre lavoro.”
Il fagiolino spalancò gli occhi, con orrore.
“Oppure” si affrettò ad aggiungere Roy, “potresti stare qui, sulla mia spalla. Sarebbe quasi come stare nella tasca.” E sorrise, convinto di aver trovato la soluzione.
Ma Ed non sembrò prenderla bene. Si voltò di scatto, dandogli le spalle, e piantò un commovente broncio con tanto di lucciconi. Sul volto del colonnello comparve un'espressione afflitta. Alzò la testa e guardò Riza Hawkeye, che aveva assistito alla scena, come per chiederle aiuto.
Il tenente sorrise rassicurante e fece una dichiarazione che sorprese Roy e fece smettere di piangere il piccolo Ed, ovvero: “Credo di avere la soluzione.”
Ed la guardò con gli occhioni pieni di stelline, come se gli avesse salvato la vita. Riza si avvicinò e gli accarezzò la testa. “Ed-chan, credo di capire perché ci tieni tanto a stare nella tasca del colonnello. E' perché non sopporti l'idea di non stare a contatto con lui, non è così?”
Il fagiolino arrossì intensamente e, chinata la testa, annuì vergognoso. Roy aprì la bocca, stordito da quella scoperta, e represse l'urgenza di precipitarsi fuori dalla stanza per sfogare a modo suo l'emozione.
Un'ora dopo un Roy Mustang con un sorriso soddisfatto sulle labbra passeggiava lungo il corridoio che portava al suo ufficio.
“Buon giorno, colonnello” lo salutarono in coro un paio di soldati semplici.
“Buon giorno a voi, soldati” disse Roy rispondendo al saluto e continuando a camminare per la sua strada con passo sicuro.
I soldati si girarono a guardarlo, con due grossi goccioloni ai lati della testa: il colonnello sfoggiava, legato sul petto con un grosso nodo, una striscia di stoffa colorata come quella usata dalle donne africane per tenere sulla schiena i bambini piccoli e dalla quale fuoriusciva la testolina bionda di Ed.
I soldati rimasero pietrificati a fissare il loro superiore allontanarsi, con i goccioloni che si moltiplicavano a dismisura sopra le loro teste.
Ed strinse gli occhi con forza e premette il viso contro il tessuto blu che copriva la schiena di Roy, arrossendo di piacere. Sentiva i muscoli delle spalle dell'uomo che si muovevano mentre camminava. Non era come quando stava nella tasca, certo: lì poteva sentire più chiaramente il calore del petto di Roy, il ritmo del suo respiro, il pulsare ritmico del suo cuore, e crogiolarsi, intontito per metà dal sonno e per metà dal piacere. Ma anche dormire contro la sua schiena non era male. L'importante era che Roy si ricordasse di non appoggiarsi allo schienale della poltrona con lui legato là dietro (che fosse per quello che Riza aveva proposto di sostituire la poltrona con uno sgabello? Non ne era sicuro...)
Già, stare contro la schiena di Roy non era davvero male. Certo, non c'erano più né il battito del cuore né il respiro ma – pensò Ed, con le guance in fiamme – il suo colonnello gli aveva promesso che lo avrebbe lasciato dormire accoccolato contro di lui quella notte. E anche le notti successive se lo avesse voluto.
Ed ridacchiò felice e strinse la presa sulla stoffa della giacca. Poi lasciò che il calore di Roy lo cullasse leggero verso il sonno tranquillo dei bambini.
Fandom. Fullmetal Alchemist
Personaggi. Roy/bean!Ed
Rating. PG
Warning. fluff, doujinshi!AU, slash (?)
Conteggio Parole. 748
Beta-reader. //
Riassunto. “Ed-chan, credo di capire perché ci tieni tanto a stare nella tasca del colonnello. E' perché non sopporti l'idea di non stare a contatto con lui, non è così?”
Disclaimer. I personaggi che compariranno in questo raccontino sono stati bellamente rubacchiati dai doujinshi su Fullmetal Alchemist scritti e disegnati da Shinichi Fuji (Private Label); FMA e i suoi personaggi non appartengono né a me né a Fuji-san (ma va'?)
Note. Questo raccontino è basato sulla serie di doujinshi scritti e disegnati da Shinichi Fuji (Private Label) - degli AU per quanto riguarda la serie regolare di Fullmetal Alchemist - in cui Ed è un carinissimo esserino nato da un fagiolo^^''' E' una serie di doujinshi di genere comico piuttosto famosa tra i fan di FMA quindi è probabile che ne abbiate almeno sentito parlare. Morale della favola: se volete capire per benino quello che leggerete dovete conoscere i doujinshi di Private Label e possibilmente aver letto “Gun to mame”, uno dei doujinshi della suddetta serie - che è quello a cui fa riferimento questa fic -, se no mi sa che vi spunteranno un sacco di punti di domanda sulla capoccia XD
Il piccolo Ed ce la stava mettendo tutta! Spingeva, saltellava, si infuriava... tutto per cercare di entrare a viva forza nella tasca della giacca del colonnello Roy Mustang, fatta su misura per lui qualche mese prima; l'unico problema era che la tasca non aveva seguito il ritmo della crescita del fagiolino e ora gli stava decisamente stretta.
All'improvviso una grande mano prese il piccolo per il collo della giacchetta che indossava e lo sollevò con facilità, estraendolo dalla tasca nella quale era ormai praticamente incastrato.
Un paio di occhi scurissimi lo fissarono con perplessità.
“Devi smetterla.” disse il proprietario di quegli occhi, cercando di usare un tono severo.
Il fagiolino lo guardò con occhi disperati e Roy emise un sospiro a metà tra l'esasperazione e la pietà.
“Ormai sei cresciuto, Ed. Quando il taschino ti è andato stretto, il tenente Hawkeye ha trovato una soluzione cucendo questa tasca – si battè una mano all'altezza dello stomaco dove la giacca della divisa esibiva uno sconcertante tascone – ed è andata bene, ma ora che ti sta stretta anche questa non vedo quali altre soluzioni possano esserci a parte...”
Lo sguardo del piccolo Ed sembrava sempre più disperato e gli angoli degli occhi stavano cominciando a luccicare di lacrime. Il colonnello sentì una stretta al lato sinistro del petto.
“A parte...” Roy lasciò uscire un altro sospiro, stavolta di pura pietà, “Mi dispiace Ed, ma credo che da oggi sarai costretto a stare sulla mia scrivania mentre lavoro.”
Il fagiolino spalancò gli occhi, con orrore.
“Oppure” si affrettò ad aggiungere Roy, “potresti stare qui, sulla mia spalla. Sarebbe quasi come stare nella tasca.” E sorrise, convinto di aver trovato la soluzione.
Ma Ed non sembrò prenderla bene. Si voltò di scatto, dandogli le spalle, e piantò un commovente broncio con tanto di lucciconi. Sul volto del colonnello comparve un'espressione afflitta. Alzò la testa e guardò Riza Hawkeye, che aveva assistito alla scena, come per chiederle aiuto.
Il tenente sorrise rassicurante e fece una dichiarazione che sorprese Roy e fece smettere di piangere il piccolo Ed, ovvero: “Credo di avere la soluzione.”
Ed la guardò con gli occhioni pieni di stelline, come se gli avesse salvato la vita. Riza si avvicinò e gli accarezzò la testa. “Ed-chan, credo di capire perché ci tieni tanto a stare nella tasca del colonnello. E' perché non sopporti l'idea di non stare a contatto con lui, non è così?”
Il fagiolino arrossì intensamente e, chinata la testa, annuì vergognoso. Roy aprì la bocca, stordito da quella scoperta, e represse l'urgenza di precipitarsi fuori dalla stanza per sfogare a modo suo l'emozione.
Un'ora dopo un Roy Mustang con un sorriso soddisfatto sulle labbra passeggiava lungo il corridoio che portava al suo ufficio.
“Buon giorno, colonnello” lo salutarono in coro un paio di soldati semplici.
“Buon giorno a voi, soldati” disse Roy rispondendo al saluto e continuando a camminare per la sua strada con passo sicuro.
I soldati si girarono a guardarlo, con due grossi goccioloni ai lati della testa: il colonnello sfoggiava, legato sul petto con un grosso nodo, una striscia di stoffa colorata come quella usata dalle donne africane per tenere sulla schiena i bambini piccoli e dalla quale fuoriusciva la testolina bionda di Ed.
I soldati rimasero pietrificati a fissare il loro superiore allontanarsi, con i goccioloni che si moltiplicavano a dismisura sopra le loro teste.
Ed strinse gli occhi con forza e premette il viso contro il tessuto blu che copriva la schiena di Roy, arrossendo di piacere. Sentiva i muscoli delle spalle dell'uomo che si muovevano mentre camminava. Non era come quando stava nella tasca, certo: lì poteva sentire più chiaramente il calore del petto di Roy, il ritmo del suo respiro, il pulsare ritmico del suo cuore, e crogiolarsi, intontito per metà dal sonno e per metà dal piacere. Ma anche dormire contro la sua schiena non era male. L'importante era che Roy si ricordasse di non appoggiarsi allo schienale della poltrona con lui legato là dietro (che fosse per quello che Riza aveva proposto di sostituire la poltrona con uno sgabello? Non ne era sicuro...)
Già, stare contro la schiena di Roy non era davvero male. Certo, non c'erano più né il battito del cuore né il respiro ma – pensò Ed, con le guance in fiamme – il suo colonnello gli aveva promesso che lo avrebbe lasciato dormire accoccolato contro di lui quella notte. E anche le notti successive se lo avesse voluto.
Ed ridacchiò felice e strinse la presa sulla stoffa della giacca. Poi lasciò che il calore di Roy lo cullasse leggero verso il sonno tranquillo dei bambini.