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Titolo. Le viscere di Elsevere [RIPOSTAGGIO]
Fandom. Isaac Asimov - Romanzi e racconti
Personaggi. Igor Ragusnik
Rating. PG15
Genere/warning. angst, drama, sci-fi, trigger
Conteggio Parole. 1135 (FDP)
Beta-reader. //
Riassunto. Era nuovamente tutto fermo. Ragusnik scioperava, ancora una volta.
Disclaimer/note. L'ambientazione e i personaggi in cui vi imbatterete durante la lettura di questa fanfiction sono di Isaac Asimov e più precisamente provengono dal suo racconto “Crumiro” ("Strikebreaker"), incluso nella raccolta “Sogni di robot” ("Robot dreams"). Non ho intenzione di appropriarmi di nulla. Anche perché se dicessi che i personaggi di Asimov in realtà sono miei ci crederebbe qualcuno? *tzè*
Credo che per poter leggere e capire questa breve fanfiction non sia necessario aver letto il racconto da cui è tratta; ho cercato, nei limiti del possibile, di 'riassumere' i fatti principali del racconto di Asimov in modo tale che un lettore occasionale possa comunque comprendere la situazione che vado a narrarvi. Se così non fosse mi scuso .__. In ogni caso vi invito a leggere la raccolta "Sogni di robot" perché la amo e più in generale vi invito a leggere qualunque cosa abbia scritto quel geniaccio di Asimov perché sì *lovva*
Igor Ragusnik camminava con passo lento lungo gli interminabili corridoi che correvano da una parte all'altra del pianeta; i suoi passi echeggiavano nel silenzio fatto di metallo e tubi di aerazione.
Il convogliatore era spento, l'enorme massa di rifiuti provenienti dall'intero pianeta stagnava all'interno dei tubi e l'aria era libera dal famigliare ronzio dei macchinari.
Era nuovamente tutto fermo. Ragusnik scioperava, ancora una volta.
Quando quel terrestre che era stato in visita sul pianeta e gli aveva detto - a lui, a Ragusnik - che presto le cose sarebbero cambiate in meglio, gli aveva dato retta; per un momento gli aveva perfino creduto.
Il primo sciopero della sua vita, e il primo nella storia di Elsevere, era stato vanificato dall'intervento dell'ospite terrestre; Ragusnik era il responsabile del buon funzionamento degli impianti di smistamento e trasformazione dei rifiuti - lavoro considerato degradante dagli elseveriani - e nessun abitante del pianeta avrebbe mai preso volontariamente il suo posto nel caso lui non fosse in condizioni di lavorare - o non volesse farlo. Il suo rifiuto di continuare il lavoro sarebbe di sicuro stato ascoltato. Non poteva credere che il Consiglio avrebbe rischiato che il pianeta subisse le drammatiche conseguenze della mancata eliminazione dei rifiuti - un'epidemia, in primis, che avrebbe decimato la popolazione di un pianeta che da secoli non vedeva casi di malattia ed era quindi sprovvisto di difese immunitarie - solo per non concedere a lui e alla sua famiglia il diritto di vivere in mezzo agli altri e di non essere trattato come un appestato per via del lavoro che svolgeva.
Era certo che a quest'ora sarebbe stato un uomo libero se solo il terrestre non si fosse messo in mezzo, offrendosi di far ripartire i macchinari e svolgere quindi il lavoro che da generazioni apparteneva ai Ragusnik. Igor aveva visto il suo piano andare in fumo e, a malincuore, aveva accettato di riprendere il lavoro.
La situazione cambierà, gli aveva detto il terrestre. La prossima volta saranno costretti a chiamare un non-elseveriano per sostituirti e così facendo la notizia del trattamento che Elsevere riserva ad uno dei suoi abitanti farà il giro dei pianeti e l'opinione pubblica della Galassia sarà con te.
Belle parole, Ragusnik lo ammetteva. Ma la sostanza era diversa.
L'uomo si fermò di fronte ad uno dei pannelli collegati al macchinario che controllava il flusso dei rifiuti in entrata. Era spento, ovviamente: nessuna spia lampeggiava.
Quel terrestre non sapeva cosa passasse attraverso quei tubi; se lo avesse saputo non avrebbe potuto far altro che rabbrividire dall'orrore - aveva letto libri di autori provenienti da tutta la Galassia e sapeva che alcune cose non erano semplicemente tollerate: l'atteggiamento irrispettoso verso i defunti, per esempio. Sulla maggioranza dei pianeti era praticata da secoli la cremazione, ritenuta più funzionale e pratica dell'antiquata tumulazione, nonostante un buon numero tra i pianeti più grandi si ostinasse a voler seppellire sotto strati di terreno i propri morti; che si fosse favorevoli all'una o all'altra pratica, comunque, il rispetto per i defunti era evidentemente radicato a fondo nell'animo umano.
Nessuno, nell'intera Via Lattea, avrebbe acconsentito a far sì che il cadavere di un congiunto venisse sciolto in vasche piene d'acido e successivamente reimmesso nella catena produttiva, trasformato in beni di consumo.
Igor aveva letto da qualche parte che sulla Terra un simile processo avveniva naturalmente; era chiamato decomposizione e in quella fase il terreno stesso provvedeva a sciogliere un corpo, assorbendo le sostanze nutritive e trasformandole in energia. In un certo senso era esattamente ciò che facevano i macchinari installati nelle viscere di Elsevere, ma Ragusnik trovava la cosa sostanzialmente diversa. Anche la maggioranza degli elseveriani avrebbe condiviso il suo punto di vista se solo avesse smesso di chiudere gli occhi e di accettare ogni decisione presa ai piani alti con passiva rassegnazione, anche se a loro discolpa poteva dire che il rigido sistema di caste non favoriva di certo la libera espressione.
Considerato ciò, Ragusnik si rendeva conto che chiedere il supporto di personale esterno al pianeta per svolgere le mansioni che lui rifiutava sarebbe stato imbarazzante per il Consiglio. Come spiegare ad un non-elseveriano la logica secondo la quale ogni componente organica del pianeta doveva essere riciclata, compreso il proprio famigliare morto? E a quel punto, come aspettarsi che una simile notizia non passasse di bocca in bocca, di pianeta in pianeta, fino a fare il giro dell'intera Via Lattea?
Igor non si aspettava atti di forza da parte della Galassia ma la disapprovazione generale si sarebbe sentita parecchio soprattutto nel settore economico; fin dalla colonizzazione Elsevere era risultato essere un pianetino piccolo ma indipendente, perfettamente in grado di provvedere da sé al suo fabbisogno, ma negli ultimi anni l'intenso sfruttamento aveva impoverito il terreno, tanto che si era cominciato ad importare dagli altri pianeti alcune materie prime essenziali.
Cosa sarebbe accaduto se i pianeti fornitori avessero rifiutato le compravendite con un pianeta agli occhi di tutti barbaro e senza umanità? Se ad Elsevere fosse dato l'ostracismo, così come il pianeta stesso stava facendo con lui, Ragusnik?
L'uomo scosse la testa: erano solo supposizioni e lui non aveva reali motivi per credere che le cose sarebbero andate come immaginava.
Con ogni probabilità entro un paio di giorni avrebbe visto scendere nei sotterranei uno straniero, con un manuale di istruzioni in mano, che gli avrebbe comunicato di essere il suo sostituto fino a che non l'avrebbe piantata con quella storia dello sciopero; quindi Ragusnik avrebbe raccontato all'estraneo i motivi del suo sciopero - che di sicuro il Consiglio aveva riferito, minimizzandoli -, di come non gli fosse concesso avvicinare nessun'altro che non fosse della sua 'sporca' famiglia, di come fosse stato confinato nella sua, seppur lussuosa, abitazione e di come sua moglie fosse morta di solitudine poco tempo dopo il matrimonio. Di come su Elsevere il suo lavoro fosse considerato fondamentale ma degradante.
Il suo sostituto, gli altri pianeti della Galassia e i rispettivi governi avrebbero reagito così come il terrestre aveva previsto? Il Consiglio di Elsevere, trovandosi contro l'opinione pubblica della maggioranza, avrebbe ceduto concedendo a Ragusnik lo status di libero cittadino?
Igor non lo sapeva e non poteva neanche prevederlo. Per ora non c'era all'orizzonte alcun sostituto proveniente da mondi esterni; l'ultima volta che aveva comunicato al Consiglio le sue richieste aveva ricevuto un secco 'no', a dimostrazione che gli alti vertici del pianeta preferivano rischiare una catastrofe piuttosto che cedere.
L'unica decisione che Ragusnik poteva prendere per evitare guai al pianeta era ritrattare, ma non voleva farlo. Forse per lui era tardi ma desiderava che almeno suo figlio potesse avere una vita diversa e migliore, e l'accettazione da parte dei propri simili.
Con questi e altri pensieri cupi che gli giravano in testa vorticosi come nubi di temporale, Igor Ragusnik si appoggiò di peso allo scheletro di metallo di uno dei macchinari spenti.
Ora non rimaneva altro da fare che attendere. Presto il destino del pianeta di sarebbe compiuto, e con esso il suo.
Fandom. Isaac Asimov - Romanzi e racconti
Personaggi. Igor Ragusnik
Rating. PG15
Genere/warning. angst, drama, sci-fi, trigger
Conteggio Parole. 1135 (FDP)
Beta-reader. //
Riassunto. Era nuovamente tutto fermo. Ragusnik scioperava, ancora una volta.
Disclaimer/note. L'ambientazione e i personaggi in cui vi imbatterete durante la lettura di questa fanfiction sono di Isaac Asimov e più precisamente provengono dal suo racconto “Crumiro” ("Strikebreaker"), incluso nella raccolta “Sogni di robot” ("Robot dreams"). Non ho intenzione di appropriarmi di nulla. Anche perché se dicessi che i personaggi di Asimov in realtà sono miei ci crederebbe qualcuno? *tzè*
Credo che per poter leggere e capire questa breve fanfiction non sia necessario aver letto il racconto da cui è tratta; ho cercato, nei limiti del possibile, di 'riassumere' i fatti principali del racconto di Asimov in modo tale che un lettore occasionale possa comunque comprendere la situazione che vado a narrarvi. Se così non fosse mi scuso .__. In ogni caso vi invito a leggere la raccolta "Sogni di robot" perché la amo e più in generale vi invito a leggere qualunque cosa abbia scritto quel geniaccio di Asimov perché sì *lovva*
Igor Ragusnik camminava con passo lento lungo gli interminabili corridoi che correvano da una parte all'altra del pianeta; i suoi passi echeggiavano nel silenzio fatto di metallo e tubi di aerazione.
Il convogliatore era spento, l'enorme massa di rifiuti provenienti dall'intero pianeta stagnava all'interno dei tubi e l'aria era libera dal famigliare ronzio dei macchinari.
Era nuovamente tutto fermo. Ragusnik scioperava, ancora una volta.
Quando quel terrestre che era stato in visita sul pianeta e gli aveva detto - a lui, a Ragusnik - che presto le cose sarebbero cambiate in meglio, gli aveva dato retta; per un momento gli aveva perfino creduto.
Il primo sciopero della sua vita, e il primo nella storia di Elsevere, era stato vanificato dall'intervento dell'ospite terrestre; Ragusnik era il responsabile del buon funzionamento degli impianti di smistamento e trasformazione dei rifiuti - lavoro considerato degradante dagli elseveriani - e nessun abitante del pianeta avrebbe mai preso volontariamente il suo posto nel caso lui non fosse in condizioni di lavorare - o non volesse farlo. Il suo rifiuto di continuare il lavoro sarebbe di sicuro stato ascoltato. Non poteva credere che il Consiglio avrebbe rischiato che il pianeta subisse le drammatiche conseguenze della mancata eliminazione dei rifiuti - un'epidemia, in primis, che avrebbe decimato la popolazione di un pianeta che da secoli non vedeva casi di malattia ed era quindi sprovvisto di difese immunitarie - solo per non concedere a lui e alla sua famiglia il diritto di vivere in mezzo agli altri e di non essere trattato come un appestato per via del lavoro che svolgeva.
Era certo che a quest'ora sarebbe stato un uomo libero se solo il terrestre non si fosse messo in mezzo, offrendosi di far ripartire i macchinari e svolgere quindi il lavoro che da generazioni apparteneva ai Ragusnik. Igor aveva visto il suo piano andare in fumo e, a malincuore, aveva accettato di riprendere il lavoro.
La situazione cambierà, gli aveva detto il terrestre. La prossima volta saranno costretti a chiamare un non-elseveriano per sostituirti e così facendo la notizia del trattamento che Elsevere riserva ad uno dei suoi abitanti farà il giro dei pianeti e l'opinione pubblica della Galassia sarà con te.
Belle parole, Ragusnik lo ammetteva. Ma la sostanza era diversa.
L'uomo si fermò di fronte ad uno dei pannelli collegati al macchinario che controllava il flusso dei rifiuti in entrata. Era spento, ovviamente: nessuna spia lampeggiava.
Quel terrestre non sapeva cosa passasse attraverso quei tubi; se lo avesse saputo non avrebbe potuto far altro che rabbrividire dall'orrore - aveva letto libri di autori provenienti da tutta la Galassia e sapeva che alcune cose non erano semplicemente tollerate: l'atteggiamento irrispettoso verso i defunti, per esempio. Sulla maggioranza dei pianeti era praticata da secoli la cremazione, ritenuta più funzionale e pratica dell'antiquata tumulazione, nonostante un buon numero tra i pianeti più grandi si ostinasse a voler seppellire sotto strati di terreno i propri morti; che si fosse favorevoli all'una o all'altra pratica, comunque, il rispetto per i defunti era evidentemente radicato a fondo nell'animo umano.
Nessuno, nell'intera Via Lattea, avrebbe acconsentito a far sì che il cadavere di un congiunto venisse sciolto in vasche piene d'acido e successivamente reimmesso nella catena produttiva, trasformato in beni di consumo.
Igor aveva letto da qualche parte che sulla Terra un simile processo avveniva naturalmente; era chiamato decomposizione e in quella fase il terreno stesso provvedeva a sciogliere un corpo, assorbendo le sostanze nutritive e trasformandole in energia. In un certo senso era esattamente ciò che facevano i macchinari installati nelle viscere di Elsevere, ma Ragusnik trovava la cosa sostanzialmente diversa. Anche la maggioranza degli elseveriani avrebbe condiviso il suo punto di vista se solo avesse smesso di chiudere gli occhi e di accettare ogni decisione presa ai piani alti con passiva rassegnazione, anche se a loro discolpa poteva dire che il rigido sistema di caste non favoriva di certo la libera espressione.
Considerato ciò, Ragusnik si rendeva conto che chiedere il supporto di personale esterno al pianeta per svolgere le mansioni che lui rifiutava sarebbe stato imbarazzante per il Consiglio. Come spiegare ad un non-elseveriano la logica secondo la quale ogni componente organica del pianeta doveva essere riciclata, compreso il proprio famigliare morto? E a quel punto, come aspettarsi che una simile notizia non passasse di bocca in bocca, di pianeta in pianeta, fino a fare il giro dell'intera Via Lattea?
Igor non si aspettava atti di forza da parte della Galassia ma la disapprovazione generale si sarebbe sentita parecchio soprattutto nel settore economico; fin dalla colonizzazione Elsevere era risultato essere un pianetino piccolo ma indipendente, perfettamente in grado di provvedere da sé al suo fabbisogno, ma negli ultimi anni l'intenso sfruttamento aveva impoverito il terreno, tanto che si era cominciato ad importare dagli altri pianeti alcune materie prime essenziali.
Cosa sarebbe accaduto se i pianeti fornitori avessero rifiutato le compravendite con un pianeta agli occhi di tutti barbaro e senza umanità? Se ad Elsevere fosse dato l'ostracismo, così come il pianeta stesso stava facendo con lui, Ragusnik?
L'uomo scosse la testa: erano solo supposizioni e lui non aveva reali motivi per credere che le cose sarebbero andate come immaginava.
Con ogni probabilità entro un paio di giorni avrebbe visto scendere nei sotterranei uno straniero, con un manuale di istruzioni in mano, che gli avrebbe comunicato di essere il suo sostituto fino a che non l'avrebbe piantata con quella storia dello sciopero; quindi Ragusnik avrebbe raccontato all'estraneo i motivi del suo sciopero - che di sicuro il Consiglio aveva riferito, minimizzandoli -, di come non gli fosse concesso avvicinare nessun'altro che non fosse della sua 'sporca' famiglia, di come fosse stato confinato nella sua, seppur lussuosa, abitazione e di come sua moglie fosse morta di solitudine poco tempo dopo il matrimonio. Di come su Elsevere il suo lavoro fosse considerato fondamentale ma degradante.
Il suo sostituto, gli altri pianeti della Galassia e i rispettivi governi avrebbero reagito così come il terrestre aveva previsto? Il Consiglio di Elsevere, trovandosi contro l'opinione pubblica della maggioranza, avrebbe ceduto concedendo a Ragusnik lo status di libero cittadino?
Igor non lo sapeva e non poteva neanche prevederlo. Per ora non c'era all'orizzonte alcun sostituto proveniente da mondi esterni; l'ultima volta che aveva comunicato al Consiglio le sue richieste aveva ricevuto un secco 'no', a dimostrazione che gli alti vertici del pianeta preferivano rischiare una catastrofe piuttosto che cedere.
L'unica decisione che Ragusnik poteva prendere per evitare guai al pianeta era ritrattare, ma non voleva farlo. Forse per lui era tardi ma desiderava che almeno suo figlio potesse avere una vita diversa e migliore, e l'accettazione da parte dei propri simili.
Con questi e altri pensieri cupi che gli giravano in testa vorticosi come nubi di temporale, Igor Ragusnik si appoggiò di peso allo scheletro di metallo di uno dei macchinari spenti.
Ora non rimaneva altro da fare che attendere. Presto il destino del pianeta di sarebbe compiuto, e con esso il suo.