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Titolo. Save the night time for your weeping [RIPOSTAGGIO]
Fandom. Sherlock BBC
Personaggi. Sherlock Holmes
Rating. PG-15
Warning. Drug use, angst, pre-series
Conteggio Parole. 536 (OO)
Riassunto. Una notte d'estate a Londra e Sherlock. L'aria notturna aiuta a dissipare i fumi della droga.
La trovi anche su AO3

Disclaimer. Sherlock Holmes non mi appartiene - ma tengo Benedict chiuso nell'armadio, se vi interessa saperlo – e quel che scrivo non mi genera alcuna entrata monetaria. Viva la BBC, il duo Moffat-Gatiss, il cast al gran completo e la buon anima di Doyle che ci ha regalato dei personaggi meravigliosi. Tanto amore a tutti <3
Note. Scritta per la Speedy Challenge #2 'Notti d'estate, frammenti di passato' dello [livejournal.com profile] sherlockfest_it. Il titolo è stato amorevolmente rubato ad una strofa di “Cemeteries of London” dei Coldplay.

La fanfic è ambientata cinque anni prima della serie; il riferimento all'abitazione di Sherlock durante gli anni pre-Baker Street è preso dal canone letterario. Così come le pessime abitudini di Holmes. *sospira*



Il piccolo appartamento di Montague Street puzzava di fumo e di aria viziata, e il mix di quei due odori stava iniziando a dare la nausea a Sherlock. Un cambiamento d'aria era necessario, ma non aveva voglia di avere persone intorno, così optò per il tetto del palazzo.

Arrivarci era semplice, bastava uscire dalla finestra, saltare sulla scala d'emergenza e salire i gradini. La vista che lo accolse una volta lì non lo entusiasmò. Non che se lo fosse aspettato, dopotutto.

Si sentiva debole, svogliato; si accasciò poco lontano dal bordo del tetto, lasciando che il peso del suo corpo lo trascinasse a terra, senza opporre alcuna resistenza.

Odiava la cocaina quando il suo effetto svaniva e da uno stato di eccitazione - in cui poteva sentire ogni sinapsi sfrigolare di elettricità, le terminazioni nervose sovraccariche di informazioni sensoriali, suoni, colori, tutto che si riversava a ondate dentro il suo cervello - passava ad uno stato di apatia, di svogliatezza che sentiva estranea alla sua natura e che detestava profondamente.

Sherlock mise una mano in tasca e dopo qualche istante sulle sue labbra fece comparsa l'ennesima sigaretta della serata; la fiamma dell'accendino balenò nel buio come un lampo e pigre volute di fumo azzurro andarono a rischiarare il grigio ardesia del cielo cittadino.

Passò una mano sugli occhi chiusi, massaggiandoli, e il bruciore che sentiva sotto le palpebre si attenuò un po'. Li riaprì, posando distrattamente lo sguardo sui tetti dei palazzi dall'altro lato della strada. Le facciate erano scure, le finestre, anch'esse buie, si confondevano con i muri. Alle due e un quarto di una notte tiepida di giugno, una o due finestre erano illuminate. Pochi metri più in là, le luci del British Museum spandevano un alone chiaro tutt'intorno.

Non c'erano stelle in quella notte scura ma calda, e la leggera brezza non bastava a dare i brividi ma Sherlock si ritrovò a tremare leggermente e a tirare giù le maniche della camicia che aveva tenuto arrotolate fino al gomito.

Detestava sentirsi così debole e svuotato, uno dei motivi per cui, se si fosse trovato nell'appartamento e non su un tetto, il suo primo pensiero sarebbe corso alla siringa e alla boccetta di cocaina che teneva accuratamente chiusa a chiave nel secondo cassetto della scrivania.

Ma era sopra un tetto, al momento, con la sua Londra sotto di lui che reclamava i suoi pensieri, buia ma mai silenziosa, nemmeno tra gli alti edifici di una strada moderatamente trafficata di giorno e che di notte si trasformava, divenendo il regno di ubriachi, spacciatori e criminali da quattro soldi.

Era un genere di malavita che non gli interessava assolutamente: niente di brillante, niente di stuzzicante né di nuovo avveniva in quelle strade. Londra sembrava attraversare un periodo di tranquillità inusuale in quella tiepida estate del 2005. Della qual cosa i londinesi - tutti tranne uno - erano certamente grati.

Sherlock rimase sul tetto del palazzo dove abitava, ad osservare i contorni sfocati degli edifici, finché le poche finestre ancora illuminate svanirono nel buio. Quindi si alzò e lentamente discese le scale fino al balcone di casa sua.

La notte era ancora giovane e la boccetta nel secondo cassetto ancora mezza piena.

Sarebbe bastata fino al mattino.